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A questo punto, infine, siamo arrivati.
Traduciamo i droni ucraini su Mosca e le barchette esplosive contro il ponte di Crimea nelle rime finali del poema bellico che l'Occidente si è immaginato. Una quartina dopo l'altra celebriamo senza vergogna l'eroica disponibilità degli ucraini a essere fatti a pezzi.
Privi di memoria come siamo, nemmeno ci accorgiamo di quanto si assomiglino i due scenari, ormai: l'Ucraina come Gaza. Sebbene a quest'ultima, a Gaza, mai concederemmo il diritto alla libertà, per l'Ucraina siamo disposti a reiterare il significato salvifico del sangue versato.
Che sia speso invano in entrambi i casi, per le devastanti responsabilità che incarniamo, non ci interessa.
Si spenda.
Si spenda!
(g. g.)