Bimbo a bordo. Di un carro armato

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Non dormo più. Dal ridere. Da quando il presidente francese Emmanuelle Macron ha invitato l'Europa a non essere vigliacca. Serve il coraggio, perdio, nei confronti di una Russia che, se non sarà sconfitta in Ucraina, ci mangerà tutti! Lo ha ribadito ieri sera in tv. A uscirne a pezzi è soltanto la ragione critica applicata alla realtà.

Un bambino seduto su un carro armato non fa danni, a meno che accettiamo di tornare bambini anche noi europei. Le sue sono sparate, nemmeno a salve, dei paff soltanto, smorti e privi di senso. Testimoniano dell'insufficienza al potere nelle grandi democrazie europee, Svizzera inclusa.

«Quando finiamo con il credere che la violenza soltanto porta la consolazione, siamo ormai caduti nella trappola della guerra, e nemmeno ce ne accorgiamo. Quando chiediamo alla guerra di fare giustizia siamo definitivamente suoi prigionieri».

Lo scrivo nel mio nuovo libro, che sta per andare in stampa e che sarà prestissimo nelle librerie.

Sebbene parli di Gaza, in questa occasione, molto di ciò che scrivo è applicabile al teatrino bellicista che è andato in scena a Parigi, ieri sera, e che rimarrà in cartellone, chissà fino a quando, nelle altre capitali europee.

Per la cronaca: da oltre due anni Faccia da Reporter non nasconde ciò che pensa della tragedia che si è abbattuta sull'Ucraina e sul suo popolo e, con quel poco che gli è dato, scrive affinché venga fermata.

Qualcuno, ora, abbandona posizioni fino a ieri difese con i denti e si sta attaccando al tram. Saranno sempre di più. Come sempre. State a vedere.

(gianluca grossi)

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Child on board. Of a tank